Basilica della Pieve di Guastalla
La basilica della Pieve di Guastalla è il più antico edificio religioso del guastallese ed uno dei più antichi dell’intera provincia reggiana. I primi documenti storici che la citano come cappella di San Pietro risalgono al IX secolo, tant’è vero che viene ricordata sin dall’anno 864 in un diploma di donazione di Ludovico II a favore della moglie Angilberga. Secondo altre fonti la chiesa fu edificata per la prima volta da Berengario I nel 915, ma è probabile che invece sia stata ricostruita su una chiesa già esistente. Dopo la successiva consacrazione papale di Gregorio V, la pieve svolse un ruolo fondamentale tra i possedimenti di Matilde di Canossa, a tal punto che nel 1095 fu scelta da papa Urbano II come la sede ideale per lo svolgimento di un sinodo. Anche papa Pasquale II la impiegò per un famoso concilio nel quale dovevano discutere della delicata questione delle investiture. Le vicende storiche ed artistiche della pieve si rivelarono ben presto particolarmente travagliate a causa dei continui interventi di trasformazione. Infatti, dopo che il terremoto distrusse la chiesa nel 1222, essa venne completamente ricostruita, rispettando lo stile lombardo, ma con dimensioni maggiori e con una pianta basilicale a tre navate absidate, scandite da pilastri con le volte affrescate. Poi incendiata e devastata durante l’assedio di Ercole II d’Este, la pieve fu abbandonata fino a quando venne riaperto al culto nel 1605, sebbene abbia sempre conservato un ruolo marginale di parrocchia periferica. Fu proprio durante il Seicento che fu rimaneggiata con linee prettamente barocche, successivamente eliminate dalla famosa campagna di restauro, avviata nel 1927. Questo decisivo intervento novecentesco riuscì a restituire alla chiesa quell’aspetto pienamente romanico che oggi possiamo ammirare.