Chiesa di Santa Maria in Strada
La badia di Santa Maria in Strada, o chiesa della Natività di Maria, fu fondata nel 994 da Bernardino di Mandello Boccadiferro per conto dei monaci camaldolesi. Dopo le opere di bonifica dell’anno Mille crebbe d’importanza fino a diventare un punto di riferimento spirituale e sociale per i monaci stessi e per l’intera comunità rurale di Santa Maria in Strada.
Poiché la comunità era presieduta da un Abate, si diffuse l’uso di chiamarla Abbazia, o Badia, di Santa Maria in Strada. Dopo il 1249 la chiesa, insieme all’attiguo monastero, passò ai monaci cistercensi per diventare proprietà del Collegio Montalto nel 1588. Il Collegio fu soppresso nel 1797 dalle leggi napoleoniche, con l’incameramento statale dei suoi beni che risparmiò solo la chiesa.
L’edificio, che oltre alla chiesa comprende anche un fabbricato contiguo anticamente destinato a residenza dei monaci, sorge in un ambito rurale di pianura in prossimità del torrente Samoggia e poco a nord della via Emilia, e fu ricostruito completamente nel 1787/88 su disegni dell’architetto Bartolomeo Barilli; conserva dell’antica costruzione qualche traccia di portali del XIV e XV secolo.
La facciata della chiesa è divisa in due ordini, di cui quello inferiore più ampio, ed è ripartita da paraste di ordine toscano. La pianta dell’edificio presenta uno schema a croce latina con tre navate, transetto e ampio presbiterio. All’interno vi sono opere pittoriche di Giacomo Cavedoni (1577 – 1660) di Vincenzo Spisanelli (1595-1662), di Giovan Francesco Gessi (1588 -1649) e Gaetano Gandolfi (1734 – 1802). Il presbiterio della chiesa custodisce inoltre dal 1763 un prezioso organo «Traeri», il cui restauro è stato ultimato nel 2005.