Castello di Montegibbio
Il Castello di Montegibbio sorge alla sommità di uno dei rilievi collinari che circondano Sassuolo, a circa 5 km dalla città. Cinto da un romantico parco all’inglese, a sua volta immerso nel morbido paesaggio agricolo circostante, è un complesso castellano di origini medievali tra i più suggestivi della provincia di Modena.
Attualmente è possibile visitare il parco, la corte – utilizzata nel periodo estivo per eventi culturali e concessa in uso ai privato da Sassuolo Gestioni Patrimoniali srl per lo svolgimento di feste, banchetti e cerimonie – e l’Acetaia Comunale, previa prenotazione, mentre il palazzo marchionale – salvo eventi straordinari – è chiuso al pubblico, in attesa di restauro e di una nuova destinazione culturale.
La storia del castello
Le prime fortificazioni del Mons Gibus o Gibulus (monte gibboso, gobbo), risalgono probabilmente all’inizio del X secolo, quando i canonici della cattedrale di Parma si adoperarono per difendere i propri territori, sulla riva orientale del fiume Secchia, dalle scorrerie degli Ungari. Con ogni probabilità, stando anche allo stato attuale, queste strutture difensive si adattarono alla conformazione del rilievo collinare, conferendo al complesso una forma ellittica, sviluppatasi attorno allo spazio della corte. Ai canonici parmensi si riferiscono anche l’atto del 980 con cui l’imperatore Ottone II conferma loro tali possedimenti, prima testimonianza scritta relativa all’esistenza del Castellum de Monte Gibuli, e quello analogo del 996 stilato dalla cancelleria dell’imperatore Ottone III. Entrato all’interno dei vasti possedimenti di Bonifacio di Toscana e di sua figlia Matilde di Canossa, il castello di Montegibbio divenne parte di una triplice cerchia di castelli ubicati sulle colline modenesi e reggiane a difesa dei territori canossiani e dei relativi collegamenti viari.
All’inizio del Trecento, Montegibbio fu occupato dai nobili guelfi Della Rosa, signori di Sassuolo, che utilizzarono il castello per difendere il proprio feudo, minacciato dalle mire espansionistiche del ghibellino Passerino Bonaccolsi, governatore di Modena. A tal scopo, nel 1321, furono costruite nuove mura e scavate profonde fosse, ma nel 1325 Francesco Bonaccolsi, figlio di Passerino e alleato dei Visconti, prese Montegibbio e ne ordinò la distruzione. L’anno seguente, conquistato nuovamente il territorio dal guelfo Versuzio Lando, Montegibbio fu restituito ai Della Rosa, che ricostruirono il castello e ripresero a governare sul territorio fino al 1375, quando gli abitanti si assoggettarono spontaneamente agli Este. Solo dall’inizio del XV secolo, però, gli Este consolidarono definitivamente il loro dominio anche su Montegibbio che, come comune autonomo, fu compreso nella podesteria di Sassuolo.
Assieme a Sassuolo, Montegibbio fu dunque ceduto a Giberto Pio di Savoia nel 1499, ma già nel 1501, a seguito di un terremoto, il castello fu gravemente danneggiato e quasi completamente abbandonato. Ancora in rovina, come testimoniato dalla rappresentazione tardo cinquecentesca nella Sala delle Vedute del Castello di Spezzano, a seguito della morte di Marco III Pio di Savoia nel 1599, nel 1609 ritornò possedimento della Camera ducale estense che, nel 1636, lo cedette ai Boschetti, nobili di Modena, dopo aver elevato il territorio al titolo di marchesato. Fu il marchese Girolamo Boschetti, alcuni anni dopo, a ricostruire il castello sui ruderi delle precedenti fortificazioni, erigendo il palazzo marchionale “sopra un colle delizioso e praticabile anche in carrozza, con circa venti camere”, come indicato in un documento dell’epoca. In questa occasione fu aperto un nuovo e più ampio portale di accesso alla corte, tamponando quello medievale, in arenaria, sul cui stipite sinistro si trova ancora una medievale figura apotropaica. Nel 1676, il castello tornò alla Camera Ducale estense che, nel 1696, lo cedette al marchese Ottavio Spolverini di Verona. In quest’epoca il complesso è descritto come “un Palazzo grande posto e situato entro il recinto delle muraglie del Castello di Montezibio coi suoi uscii e finestre con l’invetriate adesso circondate da un Giardino, che continua intorno a detto castello”. Venuta a mancare la discendenza diretta, nel 1762 tornò alla Camera Ducale e, dal 1767 al 1797, anno in cui furono aboliti i feudi, appartenne a Luigi Canonici, nobile ferrarese, a cui fu conferito il titolo di marchese di Montegibbio.
Divenuto proprietà della famiglia Nanni nel corso della prima metà dell’Ottocento, sotto ai quali fu abbassata di quota l’antica torre, passò nel 1851 alla ricca famiglia Borsari di Finale Emilia, che lo destinò a residenza di villeggiatura. Proprio ai Borsari, tra il 1851 e il 1872, si deve l’ultimo cospicuo intervento edilizio che tuttora caratterizza il complesso: l’ampliamento e la sopraelevazione del palazzo marchionale, la riqualificazione degli interni, arredati e decorati in un sontuoso stile eclettico, e l’edificazione di nuovi edifici di servizio. Passato ai Giovanardi di Montegibbio nel 1971, fu acquisito dal Comune di Sassuolo e, in quote minori dal Comune di Modena e dalla Provincia di Modena, nel 1972