Chiesa di San Martino

  • Indirizzo – Piazzale Don Bosco, 1 Finale Emilia (MO)

La Comunità del Finale decise di assegnare all’ordine dei Minori Osservanti o Zoccolanti un appezzamento di terreno per costruirvi una Chiesa ed un Ospizio sin dal 1601, ma in un primo momento non fu possibile prendere possesso del terreno prescelto. La richiesta di donazione viene rinnovata da Padre Raffaele da Bologna e nel 1606 il Pubblico del Finale dona un’area libera di fronte all’Arsenale Ducale per fondare l’Ospizio dei Minori Osservanti e la posa della prima pietra avvenne il 1 di luglio del 1607. L’edificazione fu realizzata grazie all’ausilio dei Marchesi Arrigoni di Mantovaattraverso Padre Cesare Arrigoni e terminata sotto il Cardinale Alessando d’Este, cioè entro il 1624. Secondo la descrizione di Flaminio da Parma Padre Arrigoni condusse felicemente a fine la nuova Chiesa dedicandola alla Santissima Trinità e creò un ospizio organizzato su due livelli (con celle per i frati dimoranti al primo piano e celle per i religiosi forestieri al piano terreno).

È posta all’estremità settentrionale del paese. Era stata costruita, unitamente al convento, come sede dei Minori Osservanti che vi restaurano dal 1606 al 1770. Dal 1771, in seguito alle soppressioni ducali, vi si trasferirono gli Agostiniani fino al 1798, anno del loro allontanamento. Gli Agostiniani a Finale erano presenti dal 1494. Nel 1911 fu affidata ai Salesiani che vi istituirono un convitto, poi ai Padri Bianchi e dal 1948 alla Congregazione di don Orione. Si chiama del Seminario in quanto nel periodo della Restaurazione Austro-Estense, il duca Francesco IV vi insediò nel 1812 la sede periferica del Seminario Metropolitano di Modena. Sobrio è l’esterno. Di lato si allunga l’ex convento francescano. L’interno è a navata unica, voltata a botte, con cinque cappelle per lato. Si tratta infatti di un edificio di struttura molto semplice a navata unica con cappelle laterali di ridotto spessore e sporgenti rispetto al filo della facciata. La navata è cadenzata da un ordine architettonico di carattere chiaramente tardo manierista, semplice volta in cannicciato a botte lunettata. L’ordine architettonico è una variazione del tuscanico, con fusti sensibilmente più snelli e basi derivate dal dorico.Stucchi decorano l’interno, dovuti alla ricostruzione della chiesa avvenuta nel 1756, mentre la pesante ed impropria decorazione è novecentesca. Ogni cappella è ornata di ancone in stucco a bassorilievo, provviste di paliotti in scagliola plasticata, contemporanei al rinnovo di metà Settecento.