Chiostro di Santa Cristina della Fondazza
La Chiesa di Santa Cristina è una delle più belle della città. Al suo interno sono custodite opere di grande valore artistico e oggi si propone come centro privilegiato per l’ascolto della musica offrendo ogni anno, da ottobre a maggio, rassegne affidate ad interpreti d’eccezione. Nella chiesa ha sede la Schola Gregoriana Benedetto XVI, diretta dal monaco olivetano Dom Nicola Bellinazzo, volta a promuovere la conoscenza e la diffusione del canto gregoriano.
Chiusa e riaperta diverse volte durante il periodo napoleonico, con l’Unità d’Italia la Chiesa di Santa Cristina divenne magazzino militare per poi essere riaperta al pubblico nel 2008 come auditorium di musica classica e come sede della scuola di canto gregoriano.
Le origini della chiesa si possono far risalire al 1247 quando le monache camaldolesi fondarono il Convento di Santa Cristina “della Fondazza”. Edificata nel 1602 da Giulio della Torre, la chiesa presenta un’unica navata e con quattro cappelle per lato dove risaltano le statue di Santi, opere di Giuseppe Mazza, di Giovanni Tedeschi e le uniche testimonianze scultoree del pittore Guido Reni insieme ai dipinti che forniscono un compendio della pittura bolognese dagli inizi del Cinquecento sino alla fine del Seicento tra cui L’Ascensione di Ludovico Carracci, L’adorazione dei pastori di Giacomo Raibolini, La visitazione di Lucio Massari e altri.
La forma peculiare dell’altare maggiore trasforma l’intera architettura in una sorta di strumento musicale, in effetti ai suoi lati si trovano due porte sormontate da finestre che aprono sul coro, una stanza retrostante l’area absidale dalla quale il canto delle monache si propagava con stupefacente nitidezza acustica dall’altare fino all’ingresso.
Sulla cima del campanile barocco, risalente al 1692, si stagliava originariamente una statua di Santa Cristina in rame di grandi dimensioni poi sostituita nel 1745, in seguito ai danni provocati da un fulmine, dall’architetto Carlo Francesco Dotti con una palla e una croce, ancora presenti.
articolo tratto da: Bologna Welcome